Sorrento, 1544  Mach 1St – Roma, 1595 April 25rd

Aminta

Atto I – Scena I

DAFNE

O mia fuggita etate,

quante vedove notti,

quanti dì solitari

 ho consumati indarno,

che si poteano impiegar in quest’uso,

il qual più replicato è più soave!

Cangia, cangia consiglio, pazzarella che sei,

 ché ‘l pentirsi da sezzo nulla giova.

SILVIA

Quando io dirò, pentita, sospirando,

queste parole che tu fingi ed orni

come a te piace, torneranno i fiumi,

a le lor fonti, e i lupi fuggiranno

da gli agni, e ‘l veltro le timide lepri,

 amerà l’orso il mare, e ‘l delfin l’alpi.

LA GERUSALEMME CONQUISTATA

LIBRO XXII  vv 83

Ed in fuga cangiò l’assalto audace;

ed a’ suoi non potendo omai raccôrsi,

a la torre di Siloe, a cui soggiace

l’altra porta, volgeva obliqui i corsi:

come scampa talor cervo fugace,

del gran veltro latrante i fèri morsi,

ch’il prende, o pare, e giá tra’ fèri denti

crede d’averlo, e morde l’aria e i venti.

GERUSALEMME LIBERATA

Canto XX

107 – Già di tanti guerrier cinta e munita,

or rimasa nel carro era soletta:

teme di servitute, odia la vita,

dispera la vittoria e la vendetta.

Mezza tra furiosa e sbigottita

scende, ed ascende un suo destriero in fretta;

vassene e fugge, e van seco pur anco

Sdegno ed Amor quasi due veltri al fianco